Il valore di un cane

June 23, 2020 Off By marzia

Mi piace aiutare le persone a scegliere quale cane prendere. Perché per farlo bisogna fare
chiarezza dentro di sé e capire chi si è e cosa si vuole. È un po’ come scegliere casa, auto, marito,
amicizie. Da un lato devono avere delle caratteristiche pratiche utili importanti e sostenibili,
dall’altro devono piacere. E come tutte le cose sconosciute (o anche conosciute di cui però ci
siamo fatti un’immagine un po’ semplicistica) vanno prima scoperte per poterle apprezzare.
Nel senso, dire di volere un amico svizzero solo perché “gli svizzeri son tutti ricchi” è molto
semplicistico, e rischia anche di essere un pregiudizio. Diciamo che andare a scegliere uno svizzero
si ha una probabilità maggiore di trovare una persona economicamente stabile e con una
situazione economica soddisfacente, che non significa però ricco. Ecco come aggiungere dettagli
ad una immagine aiuta a ridimensionare certi preconcetti e le aspettative che poi si avranno sulla
relazione con quel soggetto. Umano o canino che sia. Esattamente come a quarto oggiaro (noto
quartiere di milano che ora è stato rivalutato) non ci sono solo case piccole affollate scadenti e
economiche, ma potrebbe esserci una villa con parco mica da ridere. Certo il contesto esterno è
ancora piccolo affollato ma la casa di per se stessa potrebbe valere milioni.
Ecco, cercare il cane giusto è fare esattamente questo. Capire l’immagine che la persona si è fatta
della nuova relazione e chiedersi se il cane scelto ci si avvicini a sufficienza o no.
A volte le persone non solo si fanno un’immagine sbagliata del cane e della relazione che avranno
con lui, ma partono da un’immagine sbagliata di sé o da un’immagine di sé che vorrebbero avere.
E qui secondo me molti sbagliano a disilludere la persona e basta. Bisogna capire quanto questa
necessità di cambiamento sia effettivamente sostenibile dalla persona piuttosto che dirgli
semplicemente “quel cane non è per te”. A volte quel cane potrebbe essere il cane giusto per
quella persona ma solo dopo aver avuto un primo cane più facile con cui fare esperienza. Sapere
che il primo cane è una tappa per evolvere certe competenze per il secondo farebbe desistere
l’umano a scegliersi un compagno di vita che lo metterebbe troppo in difficoltà e farebbe crollare
la sua autostima oltre che sprecare la vita di un cane in una vita che non è disegnata su di lui e che
non lo farebbe sentire bene né realizzato. Perché si, anche il cane deve sentirsi realizzato, nella
famiglia giusta, in cui l’esprimere se stesso ha un senso di crescita evolutiva e sociale di entrambi.
Anzi, diciamo che il ruolo del cane del 2020 è proprio questo. Stimolare e accompagnare l’umano
in una crescita emotiva sociale e spirituale che da solo non riuscirebbe a fare.
Visione troppo complicata o troppo fuori dalle righe? Può darsi. Ma in realtà è ciò che i cani fanno
e il loro è un valore che hanno sempre dato alla nostra relazione storica. Aiutarci nel nostro
cammino verso il miglioramento e la realizzazione di sé, nonché evoluzione nei secoli. Nel 2020 è
declinata cosi. E che io personalmente linko a tutto il benessere e l’equilibrio dato dalle leggi del
tao, dal benessere psicofisico, leggi che appunto sottostanno a fare di noi “Ciò PER CUI SIAMO
NATI”. Un concetto diverso della realizzazione di sé, non più in termini produttivi di abilità
lavorative ma più in termini di “esprimere appieno la nostra essenza e quindi le nostre abilità
emozionali sociali cognitive” per imparare a diventare ciò che abbiamo ricevuto in potenza alla
nascita. E il cane ci accompagna e ci aiuta in tutto questo. Come? Mettendoci nelle situazioni
scomode. Quelle dove dobbiamo tirare fuori tutta la nostra creatività per superare l’ostacolo. Un
educatore che riesce ad aiutare una persona e il suo cane in questa evoluzione avrà una
soddisfazione massima, perché porta il binomio non solo alla felicità ma alla realizzazione delle
rispettive essenze.
Quindi scegliere il cane giusto, nonché una volta arrivato capirne l’essenza e le sue declinazioni,
non fa niente altro che aiutare una persona ad evolvere verso la sua realizzazione. Che sia cucciolo
o adulto non cambia.
E se si va in canile a scegliere un meticcio? Valgono le stesse regole, ma basate su un modo di
scegliere diverso, più intuitivo e meno cognitivo. In questo i volontari fanno la differenza.

Conoscendo bene il cane e sapendo guidare il cliente di nuovo a fare chiarezza dentro di sé, in
modo che il loro intuito si esprima al meglio e che non si basi solo sull’apparenza.
Valorizzate la scelta del cane. E se avete la fortuna di avere al vostro fianco un amico, un
educatore, un cinofilo, un volontario che vi aiuta con le modalità dette sopra potrete godere
appieno di una esperienza unica e camminare sereni verso la vostra realizzazione insieme alla sua.